Avevo già avuto la sensazione dal trailer che “Venom: The Last Dance” volesse cavalcare la wave emotiva del terzo capitolo di “Guardiani della Galassia” ovviamente con risultati ben diversi: perché se da un lato la conclusione del viaggio con James Gunn ci ha toccato nel profondo, l’unica profondità che il progetto Sony dedicato al simbionte ideato da Todd McFarlane e David Michelinie riesce a raggiungere è il baratro che separa il Venom fumettistico da quello visto sul grande schermo malgrado alcune timide citazioni.

La comicità è stucchevole e danneggia pesantemente una trama che a tratti avrebbe anche avuto del potenziale ma che è stata oggettivamente strutturata male: accadono cose talmente no sense per tirare avanti la sceneggiatura che viene da pensare che probabilmente chi si è occupato della produzione o non ci ha dato sufficiente importanza o ha deliberatamente deciso che il prodotto sarebbe stato destinato ad un pubblico sottosviluppato. Ad una prima visione, il terzo capitolo di Venom è sembrato a tratti la brutta copia del primo MIB (Men in Black) e se il reale scopo di tutto quanto era emozionare lo spettatore, possiamo dichiararlo un fallimento completo.
Se si fosse chiamato “L’invasione delle Xenocose” senza collegamenti al mondo Marvel e agli ormai onnipresenti rumors che annunciano la presenza di Spider-Man o di collegamenti per presunti sequel, parleremmo di un film che intrattiene ma decisamente non memorabile. Ciò che è certo è che abbiamo assistito alla conclusione di una trilogia che per lo spessore del personaggio protagonista meritava sicuramente uno sviluppo diverso. Eutanasia.
Il film esce nelle sale cinematografiche italiane il 24 ottobre 2024