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American Beauty (1999)

American Beauty è un film del 1999 scritto da Alan Ball e diretto da Sam Mendes, vincitore di numerosi riconoscimenti: cinque Premi Oscar, tre Golden Globe e ben sei Bafta nel 2000.

— Trama —
Lester Burnham è un uomo di 42 anni in crisi di mezza età, depresso, annoiato e arreso alla sua vita divenuta ormai grigia e monotona. Detesta il suo lavoro, quello di scrittore per un periodico e non sopporta più la moglie Carolyn, una nevrotica e spregiudicata quanto ambiziosa agente immobiliare, tuttavia frustrata perché non riesce più a vendere nulla; la loro figlia sedicenne, Jane, è un’ adolescente insicura e imbarazzata dalla sua famiglia. Carolyn coltiva in giardino rose rosse della varietà American Beauty.

American Beauty è una grande satira sugli obiettivi e sul concetto stesso di bellezza del ceto medio americano; vengono presi i concetti dell’amore romantico e paterno in fase di distruzione/riparazione, l’esplorazione della sessualità, della bellezza (fisica e psicologica), del materialismo più becero, dell’alienazione, della catarsi, della caduta e del riscatto personale.

Tutti questi concetti vengono esplorati, smontati e rimontati principalmente dentro la testa di Lester Burham, il tipico americano medio con una famiglia che lo odia, un lavoro che lui odia, ed un autostima a livelli bassi.
Sarà l’incontro con l’amica della figlia a fargli cambiare visione della vita, alla ricerca di qualcosa che sembra apparentemente impossibile.
Dentro American Beauty c’è tutto: il dramma, l’amore, il perverso, la schizofrenia, il finto bigottismo, il tradimento, la redenzione e la fine.

Un ottimo esempio di cinismo ed arrivismo dove ogni singolo personaggio cerca di trarre il meglio a discapito delle persone che gli stanno accanto: Lester vuole l’amica della figlia, la figlia vuole un seno nuovo, la moglie vuole essere perfetta, il vicino di casa vuole la figlia di Lester, il padre del vicino di casa odio gli omosessuali ma, nasconde un terribile segreto.
Tutti hanno i loro scheletri nel proprio armadio ma, tutti vogliono uscirne vincitori perché sono stanchi della loro monotonia quotidiana.

La figura di Lester (uno straordinario Kevin Spacey) è lo specchio dei nostri sogni, delle nostre frustrazioni, del nostro rivalerci verso una società che ci ha masticato e sputato alla prima occasione; tutta l’atmosfera che pervade la pellicola è un misto tra satira e cinismo dove il buon protagonista passa dall’essere la persona più noiosa ed inutile della storia a un carico di testosterone, faccia tosta ed autocontrollo solo per arrivare ad avere un rapporto sessuale con l’amica della figlia.
Mentre tutto prende forma e la psiche di ogni personaggio viene infranta e plasmata da nuovi avvenimenti che modificano in meglio (ma anche in peggio) le loro vite, Lester tocca il punto più alto nell’esatto momento in cui tutto sta per finire.

Perché già all’inizio della pellicola Lester ci dice che sta per morire, l’ultima ironia e fregatura della sua vita: tocca il suo punto più alto ma viene, privato di tutto pochi istanti dopo, mentre altri personaggi, rinascono, altri convivono con i loro demoni ed altri ancora finiranno nel dimenticatoio.

La scena più rappresentativa di tutto il film è all’inizio quando il buon Lester, con una tranquilla assurda elogia il fatto che la masturbazione giornaliera sotto la doccia sarà il punto più alto della sua giornata: pochi istanti di libertà di un uomo che odia tutto e tutti.

American Beauty è un film da vedere più volte, perché è un vero e proprio esempio di satira e decadimento dell’essere umano.

Voto 9

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